Corte di Cassazione (33256/2017) – Bancarotta fraudolenta: non necessità della sussistenza di un nesso causale diretto tra distrazione e fallimento.

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Data di riferimento: 
07/07/2017

Corte di Cassazione, Sez V pen., 07 luglio 2017 – Pres. Paolo Antonio Bruno, Rel. Paolo Micheli.

Fallimento - Bancarotta fraudolenta patrimoniale – Configurazione del reato - Fatti di distrazione e  successivo fallimento – Necessità dell’esistenza di un nesso causale – Esclusione -  Imprenditore – Comportamento cui è tenuto.

Ai fini della sussistenza del reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale ex art. 216 L.F. non è necessaria l’esistenza di un nesso causale diretto tra i fatti di distrazione ed il successivo fallimento, essendo sufficiente che l’imprenditore abbia cagionato il depauperamento dell’impresa, destinandone le risorse ad impieghi estranei alla sua attività; ciò in quanto in definitiva l’imprenditore deve considerarsi sempre tenuto ad evitare l’assunzione di condotte tali da esporre a possibile pregiudizio le ragioni dei creditori, non nel senso di doversi astenere da comportamenti che abbiano in sé margini di potenziale perdita economica, ma da quelli che comportino diminuzione patrimoniale senza trovare giustificazione nella fisiologica gestione dell’impresa. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

 

http://www.fallimentiesocieta.it/sites/default/files/Cass.%20Pen.%2033256.2017_0.pdf

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Articoli di riferimento nella legge fallimentare
Vedi anche nel Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza: