Corte di Cassazione (25025/2020) - Considerazioni in materia di notifica del ricorso e del decreto di fissazione dell'udienza per la dichiarazione di fallimento e di valida prova della mancanza dei requisiti di fallibilità.

Corte di Cassazione, Sez. I civ., 09 novembre 2020, n. 25025 – Pres. Magda Cristiano, Rel. Aldo Angelo Dolmetta.

Istanza di fallimento – Notifica del ricorso e del decreto di fissazione d'udienza – Disciplina speciale – Regole difformi da quelle del codice di rito – Ragione sottostante

Fallimento – Imprenditore dichiarato fallito – Reclamo – Fondamento - Insussistenza dei requisiti ex art. 1, secondo comma, L.F. -  Campo di indagine aperto – Ammissibilità di qualsiasi tipo di prova che risulti a tal fine utile. 

La norma della L. Fall., art. 15, si deve ritenere che abbia introdotto in materia una disciplina speciale, del tutto distinta da quella che, nel codice di rito, regola le notificazioni degli atti del processo, in particolare dalla disciplina di cui all'art. 145 L.F.,esclusivamente finalizzato ad assicurare alla persona giuridica l'effettivo esercizio del diritto di difesa, in quanto tesa a mediare e far convivere la finalità di tutela del soggetto collettivo con quella di "celerità e speditezza" dei procedimenti concorsuali, come caratterizzati dal perseguimento di peculiari interessi di natura pubblica, senz'altro idonei a rendere ragionevole, e adeguato, un meccanismo di tutela del diritto di difesa che tenga in particolare conto le previsioni normative relative all'obbligo di munirsi di un indirizzo pec e alla rilevanza da assegnare alle iscrizioni camerali. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

La dimostrazione della non sussistenza dei requisiti di cui alla L. Fall., art. 1, comma 2,  si deve ritenere che non venga a soffrire preclusioni o limitazioni particolari, in quanto se è pur veroche i bilanci di esercizio rimangono il "canale privilegiato" per tale valutazione, nel senso che la loro funzione specifica è, secondo quanto puntualizzato dalla norma dell'art. 2423 c.c., secondo comma, proprio quella di rappresentare la situazione patrimoniale e finanziaria dell'impresa a cui fanno riferimento, pur tuttavia la verifica della sussistenza dei requisiti di non fallibilità si manifesta campo di indagine aperto e disponibile e a contare in proposito non è, l'effettiva sussistenza di un dato, particolare documento, ma, piuttosto, la rappresentazione storica dei fatti e dei dati economici e patrimoniali dell'impresa medesima, comunque questa sia raggiungibile. Ragion per cui l'imprenditore, nei cui confronti è proposto ricorso ex art. 6 L.F., può avvalersi, al riguardo, sia dell’intero arco documentale costituito dalle scritture contabili provenienti dall’impresa medesima (ivi compresa la c.d. corrispondenza di impresa, di cui all’art. 2220 c.c.), sia di qualunque altra documentazione, formata da terzi o dalla parte stessa, che nel concreto possa risultare utile. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

http://mobile.ilcaso.it/sentenze/ultime/24536#gsc.tab=0

[con riferimento alla prima massima, cfr. in questa rivista: Corte di Cassazione, Sez. I civ., 26 giugno 2018, n. 16864 https://www.unijuris.it/node/4825 e Cassazione civile, sez. I, 20 dicembre 2016, n. 26333 https://www.unijuris.it/node/3186; con riferimento alla seconda massima: Cassazione civile, Sez. I, 23 novembre 2018, n. 30516 https://www.unijuris.it/node/4583;  Corte di Cassazione, Sez. I civ., 11 marzo 2019,  n. 6991 https://www.unijuris.it/node/4606;  Corte di Cassazione, Sez. I civ., 18 giugno 2018 n. 16067 https://www.unijuris.it/node/4251; Corte di Cassazione, Sez. I civ., 26 novembre 2018 n. 30541 https://www.unijuris.it/node/4469 e Corte di Cassazione, Sez. VI civ. - 1, 27 settembre 2019, n. 24138 https://www.unijuris.it/node/5181].