Corte d'Appello di Firenze – Pendenza di un giudizio ex art. 2932 c.c. intentato dal promissario acquirente di un immobile: legittimazione dello stesso alla proposizione di un'istanza di fallimento della promittente venditrice.
Versione stampabileCorte d'Appello di Firenze, Sez. II Volontaria civile, 17 novembre 2022 (data della pronuncia) – Pres. Dania Mori, Cons. Rel. Fabrizio Nicoletti, Cons. Ludovico Delle Vergini.
Giudizio ex art. 2932 c.c. promosso dal promissario acquirente di un immobile – Istanza di fallimento della promittente venditrice – Legittimazione del promissario alla proposizione – Fondamento.
La pendenza di un giudizio ex art. 2932 c.c. come intentato dal promissario acquirente di un immobile in corso di costruzione stante il protratto inadempimento della controparte nella consegna del bene rispetto al termine prefissato [e in più, come nello specifico, stante l'intervenuta interruzione dei lavori da parte della promittente venditrice per mancanza dei mezzi necessari alla loro ultimazione] non preclude all'acquirente che aveva in sede di accordo versato un sostanzioso acconto di vedersi riconoscere per tale motivo, avendo proposto istanza di fallimento nei confronti dell'impresa di costruzione, anche incidenter la qualità di creditore, in quanto, a norma dell'art. 1453, secondo comma, c.c., la sua scelta precedente di agire in giudizio per ottenere una sentenza che producesse gli effetti del contratto non concluso non gli impediva di mutare la richiesta in quella di risoluzione del contratto preliminare di compravendita, con diritto, quindi, a conseguire almeno la restituzione dell’acconto-prezzo versato. Ciò vieppiù in quanto per giurisprudenza costante il credito che giustifica la presentazione di un'istanza di fallimento non deve essere necessariamente fondato su un titolo già definitivo, potendo essere oggetto di accertamento in sede prefallimentare. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)
https://dirittodellacrisi.it/articolo/app-firenze-17-novembre-2022-pres-mori-est-nicoletti
[cfr in questa rivista: Corte di Cassazione, Sez. I civ., 25 maggio 2022, n. 16853 https://www.unijuris.it/node/6345].