Tribunale di Torino – Concordato preventivo: dalla circostanza che l'attestatore abbia intrattenuto un rapporto lavorativo con l'advisor non può desumersi l'assenza in capo al primo professionista dei requisiti di indipendenza e terzietà.
Versione stampabileTribunale di Torino, Sez. VI civ., 21 marzo 2023 – Pres. Vittoria Nosengo, Rel. Stefano Miglietta, Giud. Maurizia Giusta.
Concordato preventivo - Attestatore - intrattenimento di precedenti rapporti lavorativi con il professionista advisor – Circostanza non comportante compromissione dell'indipendenza del professionista attestatore – Fondamento.
Con riferimento ad una proposta di concordato preventivo, si deve ritenere che non violi il principio di indipendenza e di terzietà prescritto dall'art. 67, comma 3, L.F. il fatto che il professionista, che ai sensi dell'art. 160, comma 2, L.F. ha nella sua relazione attestato la fattibilità, la sostenibilità e la convenienza di quella procedura rispetto all'alternativa liquidatoria, abbia avuto rapporti lavorativi con il professionista che ha svolto le funzioni di advisor nella presentazione della domanda di concordato; ciò in quanto detti necessari presupposti vanno valutati con esclusivo riferimento ai legami ed ai rapporti personali o professionali dell'attestatore con l'impresa e con "coloro che hanno interesse all'operazione di risanamento" e l'advisor della società proponente non appare qualificabile come soggetto portatore di un interesse qualificato di quel tipo, visto il ruolo meramente professionale ricoperto nell'ambito di quella procedura, ed in assenza di interessi imprenditoriali o di altro genere correlati al risanamento del debitore, e ciò in quanto dovrebbe provarsi da parte di chi si opponga all'omologazione a motivo del rapporto personale o professionale intercorso tra l'attestatore e l'advisor che tale rapporto risulti essere stato di tale intensità da “compromettere l'indipendenza di giudizio” del primo. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)
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