Tribunale di Alessandria – Inammissibilità di una proposta di concordato laddove risulti dubbia la sua qualificazione come in continuità diretta. Ipotesi di atto in frode per mancata indicazione di debiti, pur in presenza di un diritto di regresso.
Versione stampabileTribunale di Alessandria, Sez. Civile e fall., (proc. 2/2018 C.P. ) 07 giugno 2019 (data della pronuncia) – Pres. Rel. Caterina Santinello, Giudici Pierluigi Mela e Enrica Bertolotto.
Concordato preventivo – Prospettazione come in continuità diretta – Tribunale - Dubbi circa la veridicità di quella qualificazione – Possibile incidenza sulla disciplina applicabile – Dichiarazione di inammissibilità.
Proposta di concordato - Mancata indicazione di debiti esistenti – Atto da considerarsi in frode ai creditori – Sussistenza di un ipotetico non provato diritto di regresso – Irrilevanza.
Va dichiarata inammissibile ai sensi dell'art. 162, secondo comma, L.F. la proposta di concordato laddove, in particolare, sussistano dubbi circa la prospettazione della stessa come in continuità diretta ex art. 186 bis L.F., dato che la semplice "prosecuzione in via temporanea dell'attività in corso di piano" con successiva cessazione della stessa fissata per una certa data [nello specifico, continuazione fino ad una scadenza prestabilita di due contratti di trasporto pubblico locale] non consente di considerare certa detta qualificazione, con tutte le conseguenze in termini di disciplina applicabile. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)
Costituisce atto in frode ai creditori la mancata indicazione nella proposta di concordato di debiti esistenti e ciò anche a prescindere dall'eventuale sussistenza di un correlativo diritto di regresso, nel caso non sia dato di comprendere quale regresso potrebbe concretamente essere esercitato dal proponente, solidalmente responsabile, nei confronti di una società che lo stesso riconosca incapace di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)