Corte d'Appello di Milano - Concordato con continuità: necessità che la relazione del professionista attesti che la prosecuzione dell’attività risulta funzionale al miglior soddisfacimento dei creditori.
Versione stampabileCorte d'Appello di Milano, Sez. IV, 22 marzo 2017 - Pres. Marina Marchetti, Rel. Rossano Taraborelli.
Concordato in continuità – Relazione del professionista – Integrazione – Prosecuzione dell’attività – Funzionalità - Miglior soddisfacimento dei creditori – Attestazione necessaria – Presupposto indispensabile di ammissibilità della proposta.
Laddove un soggetto proponga istanza di ammissione ad un concordato in continuità, affinché la proposta possa in tale ipotesi trovare accoglimento, ai sensi dell’art.186 bis, secondo comma lettera b) L.F., è necessario che l’attestazione standard del professionista di cui all’art. 161, terzo comma, L.F., inerente la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano, sia integrata, quanto alla prima, dalla precisazione da parte del professionista che quei dati costituiscono la base di elaborazione delle prognosi future contenute nel piano e, con riferimento alla seconda, che, alla luce delle operazioni programmate interne all’azienda e della prevedibile evoluzione del quadro economico generale, sussiste un nesso conforme alle regole economiche ed aziendalistiche tra dati di partenza ed evoluzione futura dell’andamento dell’impresa, tutto ciò in modo che risulti dallo stesso attestato che la prosecuzione dell’attività è funzionale al miglior soddisfacimento dei creditori [nello specifico la Corte, in sede di reclamo, ha confermato la pronuncia del Tribunale di rigetto della proposta concordataria, per non avere il proponente integrato, come gli era stato anche richiesto ai sensi dell’art. 162, primo comma, L.F., in modo adeguato la precedente relazione del professionista]. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)