Tribunale di Udine - Apposizione di sigilli e decreto di acquisizione: presupposti.

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Data di riferimento: 
26/03/2010

Tribunale di Udine, 26 marzo 2010 Dott. Gianfranco Pellizzoni Presidente rel. Dott. Francesco Venier Giudice Dott. Paolo Petoello Giudice

Il nuovo testo dell'art. 84 l. fall. prevede che l'apposizione dei sigilli, sui beni che si trovano presso la sede principale dell'impresa e sugli altri beni del debitore ( o meglio dei locali in cui gli stessi sono contenuti), venga effettuata dal curatore ( eventualmente delegando parte delle operazioni a uno o più coadiutori designati dal giudice) secondo le norme dettate dal codice di procedura civile agli artt. 752 e ss. e quindi che l'apposizione possa avvenire esclusivamente sui beni in una situazione - esteriormente palese - di disponibilità del debitore, esistenti presso la sede principale e le sedi secondarie e gli altri luoghi appartenenti al debitore, in applicazione analogica della presunzione di cui all'art. 513 cpc, mentre negli altri casi, di beni detenuti da terzi, che ne rivendichino la proprietà o comunque che si oppongano all'acquisizione all'attivo fallimentare, non è possibile procedere, né alla loro sigillatura, né tantomeno alla loro inventariazione o alla loro acquisizione con i c. d decreti di acquisizione del giudice delegato, la cui legittimità è ora esplicitamente esclusa nell'ipotesi in cui i terzi rivendichino un proprio diritto incompatibile con l'acquisizione, dal novellato disposto di cui all'art. 25, n. 2, l. fall., che ha limitato i poteri del giudice di emettere atti conservativi del patrimonio del debitore, dovendo in questo caso farsi ricorso alle forme ordinarie del sequestro e del giudizio di cognizione ordinaria disciplinate dal codice di procedura civile. (Riproduzione riservata - Francesco Gabassi)

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[Questo provvedimento si riferisce alla Legge Fallimentare]
Articoli di riferimento nella legge fallimentare
Vedi anche nel Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza: