Tribunale di Nola – Fallibilità in estensione di una società di fatto partecipata da una società di capitali fallita.

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Data di riferimento: 
29/05/2013

Tribunale di Nola, 29 maggio 2013 – Pres. Tedesco, Rel. Savarese - D'Inverno

 

Art. 147, co. 5, l. fall. – Interpretazione estensiva – Coerenza sistematica – Principio di efficienza della giurisdizione.

 

Società di fatto partecipata da società di capitali – Fallimento in estensione – Requisiti ex art. 2361 c.c. – Condizioni di validità – Non incidono sull'esistenza della partecipazione.

 

Artt. 2497 ss. c.c. - Responsabilità della società che esercita direzione e controllo – Fattispecie diversa dall'art. 147 l. fall.

 

L'art. 147, co. 5, l. fall. - secondo cui in caso di dichiarazione di fallimento di un'impresa individuale riferibile ad una società di cui il fallito è socio illimitatamente responsabile, il Tribunale può dichiarare il fallimento anche di tale società - va letto alla luce del comma 1 del medesimo articolo, ed interpretato in modo estensivo ovvero analogico, come disciplina riferentesi a tutti i casi in cui, dichiarato il fallimento, anche di un'impresa sociale, emerga che essa fosse socia di fatto di una società di persone irregolare, composta da altre società di capitali, ovvero da imprenditori individuali. Ciò per ragioni di coerenza sistematica ed interpretazione costituzionalmente orientata del sistema, nonché per razionalizzare la gestione delle insolvenze, in virtù del principio di efficienza della giurisdizione. Sarebbe, infatti, irragionevole, infatti, discriminare l'ipotesi in cui l'imprenditore individuale dichiarato fallito risulti socio di una società occulta, con la possibilità di dichiarare il fallimento di essa, dall'ipotesi in cui sia dichiarato prima il fallimento di una società di capitali, rispetto alla quale emerga, in un secondo momento, che essa era parte di una società occulta, unitamente ad imprenditore individuale e/o collettivo, a sua volta, quest'ultimo, di natura personale ovvero di società di capitali (Fiorenza Prada - Riproduzione riservata).

 

È possibile addivenire alla dichiarazione di fallimento in estensione di una società di fatto partecipata da una società di capitali, anche se la partecipazione di esse non rispetta i requisiti di cui all'art. 2361 c.c.: ed invero, gli elementi richiesti dall'art. 2361 c.c. costituiscono condizioni di validità del fenomeno della partecipazione rispetto all'articolazione interna della società e rispetto ai terzi, ma non incidono in alcun modo sull'esistenza di tale fenomeno (Fiorenza Prada - Riproduzione riservata).

 

Gli artt. 2497 e ss. c.c., relativi alla responsabilità della società che eserciti direzione e controllo, disciplinano una fattispecie differente dall'art. 147 l. fall.: le prime norme, infatti, riguardano il cattivo esercizio di un potere di direzione e coordinamento su altre società; la seconda disposizione, invece, disciplina il caso in cui emerga che le distinte personalità giuridiche servono a simulare l'esistenza di un'unica impresa, individuale o collettiva, che, come tale, in caso di sua insolvenza, va dichiarata fallita con fallimento in estensione dei suoi componenti (Fiorenza Prada - Riproduzione riservata).

 

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[Questo provvedimento si riferisce alla Legge Fallimentare]