Corte di Cassazione (21219/2017) – Riapertura del fallimento per risoluzione del concordato fallimentare ed inefficacia ex art. 44 l.f. del debito assunto dal fallito nel corso della fase iniziale.

Corte di Cassazione, Sez. I civ., 13 settembre 2017 n. 21219 – Pres. Antonio Didone, Rel. Aldo Angelo Dolmetta.

Fallimento – Chiusura e riapertura – Prosecuzione dell’originaria procedura  - Fase iniziale  - Fallito - Assunzione di debiti – Inefficacia nei confronti dei creditori – Irrilevanza dell’avvenuta interruzione della procedura  - Permanere dell’inefficacia a fallimento riaperto.

La riapertura del fallimento, come si desume da una serie di indici normativi [nello specifico, trattandosi di riapertura conseguente, ai sensi dell’art. 137, quarto comma, L.F., alla risoluzione per inadempimento da parte del terzo assuntore del concordato fallimentare cui il fallito era stato ammesso, la norma cui fare riferimento risulta essere, in particolare,  quella dell’art. 140, secondo comma L.F. in punto di “riproposizione” delle azioni revocatorie “interrotte” per effetto del concordato] non implica un nuovo fallimento, ma rappresenta la prosecuzione della originaria procedura concorsuale, che quindi dapprima viene chiusa e poi ”per l’appunto” riaperta; di conseguenza, il debito assunto dal fallito in costanza della fase iniziale del suo fallimento rimane inefficace, ex art. 44 L.F. rispetto ai creditori anche nella fase successiva.  Non è d’ostacolo a tale conclusione il fatto che la norma dell’art. 122 L.F. faccia intendere che al concorso conseguente alla riapertura partecipino anche i “nuovi creditori”, stante che quel riferimento normativo deve intendersi riferito ai soli crediti sorti per l’attività del debitore che risulta successiva alla chiusura e non anche ai crediti sorti nel corso dell’originario fallimento. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

http://www.fallimentiesocieta.it/sites/default/files/Cass.%20Civ.21219.2017.pdf