Corte d'Appello di Venezia – Piano di concordato con continuità: mancata ammissione per illegittima destinazione degli utili derivanti dalla prosecuzione dell'attività.Riesame in sede di reclamo avverso la conseguente sentenza dichiarativa di fallimento.

Corte d'Appello di Venezia, Sez. I civ., 05 luglio 2021 – Pres. Domenico Tagliatela, Cons. Rel. Alberto Valle, Cons. Cinzia Balletti.

Concordato preventivo – Provvedimento di inammissibilità - Istruttoria prefallimentare – Consecuzione procedure – Dichiarazione di fallimento – Reclamo ex art. 18 L.F. - Effetto devolutivo pieno – Riesame anche della precedente decisione.

Concordato preventivo – Continuità aziendale – Utili derivanti dalla prosecuzione dell'attività – Eventuali affitti e dividendi – Piano concordatario – Previsione dell'assegnazione in violazione delle cause legittime di prelazione – Elemento di criticità – Rigetto della domanda di ammissione.

L'effetto devolutivo pieno che caratterizza il reclamo avverso la sentenza dichiarativa del fallimento che faccia seguito ad un provvedimento di inammissibilità della domanda di concordato preventivo, comporta il riesame delle questioni concernenti l'inammissibilità della procedura concordataria minore, pure ove esse  non abbiano costituito oggetto di specifica trattazione nel procedimento di primo grado, esclusi soltanto i fatti venuti ad esistenza successivamente alla pronuncia del tribunale. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

Costituisce, tra i tanti, elemento particolare di criticità che comporta un giudizio di non ammissibilità della proposta di concordato con  continuità ex art 186 bis L.F., in quanto incide  sulla fattibilità giuridica del piano, l'avere il proponente incluso nella “nuova finanza”, come apporto in grado di consentire allo stesso di prevederne una distribuzione ai creditori non rispettosa del disposto dell'art. 160, secondo comma, L.F. e quindi delle cause legittime di prelazione, i ricavi e gli utili conseguibili dalla prosecuzione dell'attività aziendale, dovendosi viceversa includere anche questi, quali componenti non neutri, tra le componenti attive del patrimonio sociale in quanto crediti rinvenienti da atti dispositivi di beni (eventuali canoni d'affitto) o diritti (eventuali dividendi) già in esso ricompresi. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

http://www.ilcaso.it/giurisprudenza/archivio/25685.pdf

https://www.dirittodellacrisi.it/articolo/app-venezia-5-luglio-2021-pres-taglialatela-est-valle

[con riferimento alla prima massima e all'effetto devolutivo pieno del reclamo ex art. 18 L.F., cfr. in questa rivista: Corte di Cassazione, Sez. I civ., 22 giugno 2016 n. 12964 https://www.unijuris.it/node/2936; Corte di Cassazione, Sez. I civ., 25 gennaio 2018 n. 1893 https://www.unijuris.it/node/4034 e Corte di Cassazione, Sez. I civ., 28 aprile 2021, n. 11216 https://www.unijuris.it/node/5669 e con riferimento alla rigorosa verifica che il tribunale, in particolare in caso di proposta di concordato con continuità, è tenuto, a seguito del riscontro degli elementi significativi e rilevanti, originari o sopravvenuti, che influiscono sull'entità del passivo e dell'attivo, a svolgere per verificare la fattibilità “in concreto” della proposta al fine di evitare un aggravamento del dissesto dei creditori, cfr.: Corte di Cassazione,Sezioni Unite, 23 gennaio 2013 n. 1521  https://www.unijuris.it/node/1701 e Corte di Cassazione, Sez. I civ., 07 aprile 2017 n. 9061 https://www.unijuris.it/node/3581 e, per quanto concerne il controllo  da esercitarsi sulla relazione dell'attestatore, per verificarne  la congruità e logicità della motivazione, : Corte di Cassazione, Sez. VI civ., 09 marzo 2018 n. 5825 https://www.unijuris.it/node/4026; con riferimento alla seconda massima cfr.: Corte d'Appello di Milano, Sez. IV civ., 14 gennaio 2021 (data della pronuncia) https://www.unijuris.it/node/5707, decisione quest'ultima non richiamata  dalla Corte distrettuale di Venezia].