Corte d'Appello di Venezia – Non necessità, al fine della valutazione dell'insolvenza, che il creditore istante per il fallimento abbia già esperito infruttuosamente azioni esecutive. Reclamo e condanna alle spese.

Corte d'Appello di Venezia, Sez. I civ., 11 aprile 2018 – Pres. Mario Bazzo, Cons. Rel. Paola Di Francesco, Cons. Caterina Passarelli.

Fallimento – Stato d'insolvenza – Creditore istante – Azioni esecutive – Preventivo necessario esperimento infruttuoso – Esclusione.

Fallimento – Reclamo ex art. 18 L.F. - Manifesta infondatezza - Rigetto - Legale rappresentante della fallita – Condanna alle spese

Posto che l'insolvenza da considerare ai sensi dell'art. 5 L.F. è quella che si manifesta con inadempimenti o altri fatti esteriori alla data della dichiarazione di fallimento, si deve ritenere che il mancato pagamento di debiti scaduti [nello specifico di alcune mensilità di stipendio e del TFR a favore di due dipendenti, per un ammontare complessivo superiore alla soglia di Euro trentamila di cui all'art. 15, nono comma, L.F.] possa considerarsi già di per sè indice di una incapacità del debitore a far fronte regolarmente alle proprie obbligazioni, senza la necessità per il creditore istante [nello specifico le due dipendenti, appunto] di dover previamente esperire infruttuosamente azioni esecutive nei confronti del soggetto insolvente. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

L'assenza della normale prudenza nella proposizione del reclamo ex art. 18 L.F. che si riveli manifestatamente infondato, giustifica, ai sensi dell'art. 94 c.p.c., la condanna da parte della Corte d'Appello del legale rappresentante della fallita alla refusione delle spese di lite in favore della curatela fallimentare. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

http://www.fallimentiesocieta.it/sites/default/files/Corte%20App.%20Ve%2029.03.2018_0.pdf