Corte di Cassazione (15245/2022) – Fallimento e azione di responsabilità: grava sul curatore l'onere di provare il nesso di causalità sussistente tra la mancata tenuta delle scritture contabili da parte dell'amministratore e il dissesto societario.
Versione stampabileCorte di Cassazione, Sez. I civ., 12 maggio 2022, n. 15245 - Pres. Francesco A. Genovese, Rel.
Francesco Terrusi.
Fallimento – Azione di responsabilità – Condotta gestoria dell'amministratore - Causazione del dissesto societario - Onere probatorio gravante sul curatore – Possibile ricorso a presunzioni - Mancata tenuta delle scritture contabili – Automaticità del riscontro – Esclusione - Presupposto insufficiente – Omissione rilevante solo ai fini della quantificazione del danno patrimoniale – Possibile ricorso al criterio della differenza tra attivo e passivo.
In tema di azione di responsabilità esercitata dal curatore ex art. 146 L. fall., la mancanza di scritture contabili, ovvero la loro sommarietà o inintelligibilità, non è di per sé sufficiente a giustificare la condanna dell'amministratore in conseguenza dell'impedimento frapposto alla prova occorrente ai fini del nesso eziologico rispetto ai fatti causativi del dissesto, in quanto la stessa presuppone che sia comunque previamente assolto l'onere della prova circa l'esistenza di condotte per lo meno astrattamente causative di un danno patrimoniale, restando perciò applicabile il criterio del deficit fallimentare soltanto come criterio equitativo, per l'ipotesi di impossibilità di quantificare esattamente il danno in conseguenza dell'affermazione di esistenza della prova - almeno presuntiva – di condotte di tal genere. (Massima Ufficiale)
http://www.ilcaso.it/giurisprudenza/archivio/27509.pdf
[cfr. in questa rivista: Cassazione civile, sez. un., 6 maggio 2015, n. 9100 https://www.unijuris.it/node/2606].