Corte di Cassazione – Fallimento: decorrenza del termine finale di dodici mesi per la trasmissione di domande tardive di insinuazione al passivo.

Corte di Cassazione, Sez. lav., 12 luglio 2016 n. 14099 - Pres. Nobile, Rel. Venuti.

Fallimento – Accertamento del passivo – Chiusura dell’accertamento – Esame di tutte le domande –

Decreto di esecutività –Unico provvedimento.

Fallimento – Istanze tardive di ammissione al passivo – Decorrenza del termine finale di dodici mesi – Deposito del decreto di esecutività.

 Ai sensi del quinto comma dell’art. 96 L.F. si deve ritenere che la procedura di accertamento del passivo si chiuda ed acquisti rilevanza giuridica solo col decreto di esecutività dello stato passivo, emesso dal giudice delegato una volta “terminato l’esame di tutte le domande” di insinuazione e dopo la formazione dello stato passivo, e ciò anche qualora le relative operazioni non possano esaurirsi in una sola udienza e siano, ai sensi del quarto comma di tale articolo, rinviate a non più di otto giorni, restando escluso in tale ipotesi che, in relazione alle domande man mano esaminate nella prima udienza e nelle successive udienze di rinvio, possano essere adottati altrettanti decreti di esecutività, unico essendo il provvedimento contro il quale sono ammesse le impugnazioni di cui all’art. 98 L.F.. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

Alla luce del chiaro disposto dell’art. 96, quinto comma, L.F., si deve ritenere che il termine di dodici mesi (eventualmente prorogabile a diciotto mesi in caso di particolare complessità della procedura), entro il quale è consentita, ai sensi dell’art. 101 L.F., la trasmissione al curatore delle domande tardive di ammissione al passivo fallimentare, decorra dal deposito in cancelleria del decreto mediante il quale, terminato l’esame di “tutte le domande”, il giudice delegato rende esecutivo lo stato passivo. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

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