Corte di Cassazione (19820/2023) - La certificazione unica rilasciata dal datore di lavoro non può dimostrare, in mancanza di altri elementi probatori, l’avvenuta erogazione del TFR trattandosi di documento dallo stesso proveniente.

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Data di riferimento: 
12/07/2023

Corte di Cassazione, Sez. I civ., 12 luglio 2023, n. 19820 – Pres. Magda Cristiano, Rel. Cosmo Crolla.

Fallimento del datore di lavoro – Istanza di un ex dipendente di corresponsione del TFR – Rigetto della richiesta per già avvenuta erogazione – Prova basata sulle risultanze della CU in precedenza rilasciata – Invalidità in assenza di altri elementi probatori - Non utilizzabilità dalla parte che l'ha formata.

Curatore – Opposizione rispetto alla domanda di insinuazione formulata da un ex dipendente - Utilizzo a fini probatori di documenti formati dal fallito - Inammissibilità -  Fondamento.

Le buste paga e la CU provenienti dalla parte datoriale consegnate ai dipendenti, in mancanza di altri elementi probatori (quali ad esempio quietanze, assegni, invii di bonifici) non costituiscono prova dei pagamento dei crediti in esse documentati, in quanto provenienti dalla stessa parte interessata ad opporre il fatto estintivo e ciò anche se depositate in atti dalla controparte per provare i fatti costitutivi del proprio diritto. Ciò a differenza di quanto accade nel caso di documenti formati da un soggetto terzo diverso rispetto alla parte che vuole avvalersi del loro effetto favorevole, in quanto, in tal caso, la parte che esibisce il documento non può selezionare quanto in esso rappresentato ed espungere i fatti e le dichiarazioni incorporati nello scritto ad essa sfavorevoli, così che la controparte può legittimamente avvalersene nei suoi confronti. [nello specifico con riferimento all'istanza di ammissione al passivo, formulata da un ex dipendente della società datrice di lavoro fallita, di un credito per TFR, la Corte ha pertanto ritenuto che il Fallimento non potesse comprovarne la già avvenuta erogazione di quel trattamento sulla sola base della CU come allo stesso soggetto istante in precedenza rilasciata dalla datrice di lavoro fallita e come nella circostanza da quello prodotto in sede di insinuazione]. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

Non può sostenersi che il curatore quando intende giovarsi nei confronti di un ex dipendente che formuli istanza di ammissione al passivo di un credito da lavoro di documenti provenienti dal soggetto fallito (e non opporsi ad essi) si debba considerare terzo rispetto al datore di lavoro, e perciò possa farlo. perché egli ne assume la medesima posizione processuale, con quanto ne consegue in termine di rilevanza probatoria di tali documenti. (Pierluigi Ferrini- Riproduzione riservata)

La rituale acquisizione al processo di un mezzo di prova comporta il suo integrale utilizzo da parte del giudice, sia favore, sia contro la parte che ne abbia chiesto l'ammissione, venendo in rilievo il principio dell’inscindibilità del contenuto del documento, alla cui stregua chi lo esibisce in giudizio non può selezionarne il contenuto per affermare infatti favorevoli, espungendo quelli a sé contrari. Detto principio attiene, tuttavia, ai soli documenti formati da un soggetto terzo rispetto alla parte che vuole avvalersene, in quanto per quelli formati dalle parti in causa vale la diversa regola che ne esclude il valore probatorio in favore della parte che intende giovarsene quand’anche a versarli atti sia stata la controparte per provare i fatti costitutivi del proprio diritto. (Nella specie, la S.C., accogliendo il ricorso avverso il rigetto di un’opposizione allo stato passivo di un fallimento nella parte in cui l’opponente invocava la spettanza di un credito da TFR, ha escluso che le buste paga e la CU provenienti dalla parte datoriale, in mancanza di altri elementi probatori, integrassero la prova del pagamento del credito in esse documentato, provenendo dalla stessa parte interessata ad opporre il fatto estintivo).  (Massima Ufficiale)

https://www.ilcaso.it/giurisprudenza/archivio/29614.pdf

 https://www.dirittodellacrisi.it/articolo/cass-sez-1-12-luglio-2023-n-19820-pres-cristiano-est-crolla    

[diversamente, nel senso viceversa della possibilità per il dipendente di provare in particolare la durata del rapporto di lavoro svolto alle dipendenze della datrice di lavoro fallita per mezzo della CU in quanto integrante prova documentale, cfr in questa rivista: Corte di Cassazione, Sez. VI civ., 20 aprile 2017 n. 10041 https://www.unijuris.it/node/3398].

Uffici Giudiziari: 
Concetti di diritto fallimentare: 
[Questo provvedimento si riferisce alla Legge Fallimentare]
Articoli di riferimento nella legge fallimentare
Vedi anche nel Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza: