Corte di Cassazione (16415/2023) – Fallimento: la domanda di insinuazione al passivo produce l’interruzione della prescrizione dei crediti anteriori onde è possibile richiederne la restituzione al debitore una volta tornato in bonis.
Versione stampabileCorte di Cassazione, Sez. V Tributaria, 09 giugno 2023, n. 16415 – Pres. Biagio Virgilio, Rel. Filippo D'Aquino.
Fallimento – Crediti anteriori – Insinuazione al passivo – Interruzione della prescrizione – Mancata soddisfazione – Chiusura della procedura - Esigibilità nei confronti del debitore tornato in bonis, non esdebitato.
La domanda di insinuazione allo stato passivo del fallimento produce l’effetto dell’interruzione della prescrizione del credito, con effetti permanenti dalla proposizione della domanda fino alla chiusura della procedura concorsuale, i quali effetti possono essere fatti valere anche nei confronti del debitore tornato in bonis, con decorrenza di un nuovo periodo prescrizionale dalla chiusura della medesima procedura. (Principio di diritto) [nello specifico, la Corte haaccolto il ricorso presentato dall’Agenzia della Riscossione in punto di avvenuto effetto interruttivo della prescrizione di alcuni crediti erariali, portati da cartelle esattoriali emesse nei nei confronti del contribuente dichiarato fallito in estensione ai sensi dell'art. 147 L.F. e notificate al curatore durante la pendenza della procedura fallimentare, per i quali trattandosi di crediti anteriori all'apertura, si era proposta istanza di ammissione al passivo]. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)
https://www.ilcaso.it/giurisprudenza/archivio/29355.pdf
[in tema di interruzione della prescrizione dei crediti a seguito della domanda di insinuazione al passivo durante la procedura fallimentare e di prodursi di tale effetto anche nei confronti del fideiussore del fallito, cfr. in questa rivista: Cassazione civile, sez. III, 19 Aprile 2018, n. 9638 https://www.unijuris.it/node/4399].